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9/9/9



Paolo mi fa notare che, rigirato, è un preoccupante triplo sei (che scrivo a parole per scaramanzia).
Ho sempre ritenuto il 9 un numero fortunato (il mio onomastico cade il 9 e in quanto =3x3 è ritenuto triplamente fortunato nella tradizione occidentale europea) ma oggi è stato un giorno disgraziato. Ecco la sua storia.

5 giorni fa ho segnalato un guasto nel mio appartamento al management del condominio (una cazzatina, ma tant'è). Nessuno si fa vivo. Sto meditando di andare a rompere i coglioni dal vivo, ma alle ore 8:30am, un attimo dopo che ho messo a tacere la mia sveglia per stringermi teneramente al cuscino, eccoli che chiamano.
9/9/9.
(mia voce impastatissima): "Hello?"
"Sono Brian della manutenzione. E' il 701?"
"Ehmmm... No...?"
"..."
"Ah un momento! Intendi appartamento 701?"
"Sì"
"Allora sì, sono io" (ricollego)
"Quando posso venire?"
"Oggi?"
"Ok quando?"
"Vabbè vieni tra mezz'ora" (che così intanto mi vesto e accendo il cervello).

Brian è un tipo simpatico, ignora con nonchalance la mia faccia da zombie e pesca dal mio lavandino un sasso, 2 noccioli di un frutto indeterminato, una specie di fungo rinsecchito e varie bucce d'aglio. Mi spiega che nel "garbage disposal" ci posso mettere solo "pasta" e "greenish soft stuff" altrimenti le lame si piantano.
Grazie Brian, ma tu non sai che non appena sei uscito si è otturato il mio cesso.

9/9/9.

I cessi americani sono obsoleti. Non conoscono lo sciaquone a scomparsa, hanno un buco piccolissimo e devono riempire la tazza di acqua fino a metà ogni volta che scarichi. Bella forza che basta un lauto pasto per intasarli. Ad ogni modo, sono nella merda, letteralmente.
Mi viene un'idea: ho dei vestiti da ritirare in lavanderia. Ma ovviamente non trovo più il bigliettino per il ritiro.

9/9/9.

Impreco, e vado lo stesso dalla cinese dietro l'angolo. Il bigliettino non serve per forza, ma le devo dire il cognome. Ora, se gli americani non riescono a pronunciare il mio cognome perché è troppo lungo e ha troppe vocali, i cinesi non riescono neanche a scriverlo. Finisce che glielo digito io sul computer. Mi dà la mia roba, io mi precipito a casa, smonto l'appendiabiti di fil di ferro della lavanderia e vi lascio immaginare il resto.
Ci riesco.

Sono in ritardo di un'ora sulla mia tabella di marcia. Non è un dramma. E' il mio ritardo standard.

Scendo in garage dalla mia amata Alabama, la slego, le monto il campanello nuovo di zecca, metto il caschetto. Ma faccio in tempo a mettermi in strada che inizia a piovere.

9/9/9.

Non ho niente di impermeabile, fuori fa freddino e non mi va né di bagnarmi né di rischiare la morte. Rimetto Alabama nella stalla e piglio due gettoni per il "trolley", ovvero l'ibrido lurido tram/metropolitana che sferraglia nel sottosuolo di Philadelphia. Il tempo di arrivare alla fermata, e ovviamente smette di piovere.

9/9/9.

Che altro può succedere? Niente, a parte che quando mi alzo dal tavolo della Van Pelt Library per pranzare con Cata, dimentico la mia Omas Emotica rossa fiammante con tanto di astuccino di pelle. Regalo di Bob per la laurea.

9/9/9.



Il 9 si riconferma un numero fortunato, perché la penna, dopo varie peripezie, l'ho ritrovata.(grazie onesti immigrati cinesi, non vi chiamerò mai più "gialdoni" ma solo "asiani")
O forse ora che sono in USA funzionano le loro superstizioni, e qui, come in sassonia, il numero sfortunato è 13. E' una cosa molto seria, questa del 13: in nessun palazzo o grattacielo esiste il tredicesimo piano. E' per Apollo 13? Le magiche origini dei numeri mi sono oscure.
Invece ho scoperto che per gli asiani il numero fortunato è l'8. Pare che l'anno scorso migliaia di mamme cinesi abbiano fatto salti mortali per partorire il loro piccolo l'8/8/8: ospedali strapieni, metodi discutibili per ritardare o accelerare la "due date".

Meno male che non sono superstiziosa.



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