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Un'insolita madeleine


Mia madre dice che sono incostante. Ne comincio mille, e non ne finisco mai nessuna. In particolare, gli sport.
Lo sport di quest'anno è il touch rugby.
E' il rugby per femminucce, letteralmente. Non si placca, ma si tocca e basta. E ci sono un sacco di regole in meno (niente calci, ecc.).
Si corre un casino, infatti sono abbastanza scarsa.

Qui a Wharton la squadra di rugby si chama Wharton Wildebeests. Gli Gnu di Wharton. Non potevo non joinare. E quindi mi sono fatta spedire i cleats dall'italia. Gli scarpini coi tacchetti, per giocare sull'erba. Li comprai anni fa, in Inghilterra, quando ebbi l'idea geniale di cominciare a giocare a calcio. Ovviamente, come da teorema materno, durò 9 mesi, e gli scarpini finirono in una scatola nel garage di mia zia.

Oggi li ho presi, per andare all'allenamento. Stavo per metterli, quando mi sono accorta che dentro c'era dell'erba. Un ciuffetto di erba secca e giallina. L'ho preso tra le dita, l'ho guardato bene, e ho realizzato che era erba inglese. Top quality: Invecchiata quattro anni. E ho pensato a come ero quando calpestai quell'erba, a come sono adesso, e ai quattro anni in mezzo. Ho pensato a tutto quello che era successo mentre l'erba era lì, a seccarsi lentamente dentro i miei scarpini, ultima traccia di un tempo che non tornerà più. Pensavo fosse un pensiero leggero e piacevole, come quando si ricordano i vecchi tempi con gli amici, invece era un fiume di cose, sensazioni, persone che mi colpiva frontalmente, come un fascio di luce abbagliante, fino a farmi distogliere lo sguardo.

Un pizzichino tra indice, medio e pollice, e via l'erbetta. Per le prossime due ore della mia vita devo pensare solo a correre dietro ad una palla ovale, sopra l'erba verdissima della ridente Pennsylvania.

(Proust l'avrebbe saputo dire meglio.)



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