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Indie senza frontiere

Scopro solo ora l'esistenza di questo progetto veramente figo chiamato non a caso MAP: una specie di blogroll glocale dedicato all'indie music, i cui membri contribuiscono circa ogni mese una traccia da uno dei loro indieindigeni (il miglior neologismo che abbia mai creato). Non è purtroppo completo (però 34 paesi sono già parecchi), e soprattutto non tutti i blog che partecipano al network sono dedicati - come dovrebbe essere - alla diffusione dei gruppi emergenti delle rispettive nazioni.  Diciamo pure che se ne salvano pochi, tra cui:
ZonaIndie da Buenos Aires, Panamerika dal Messico (anche se non è un blog), I (heart ) icelandic music, il bavarese
Blogpartei (dalla stupenda grafica neo-bauhaus), Glue dalla Finlandia, e in generale gli scandinavi hanno un sacco di materiale "nostrano". Non conoscevo il blog sito inglese The Daily Growl, e il filocanadese I (heart) music, veramente interessanti. Ottimo anche Meio Desligado dal Brasile. Degli asiatici non se ne salva nessuno, o sono totalmente americanizzati, o sono troppo eccessivi per orecchie occidentali.

Big delusion gli U.S.A., sarà che ormai qui sono talmente settorizzati che ci sono music blogs anche sui gruppi emergenti della sola Philadelphia; la Spagna, che amavo seguire tramite il defunto Balbinablog, la Francia (ovviamente) e l'Italia, che mette lì la star della mafietta indieblogger bolognese Polaroid, il quale consiglia un gruppo di Ravenna che pare la versione loffia dei Be Your Own Pet, e che probabilmente si scioglierà tra 6 mesi. Ma in realtà non ce l'ho su con Polaroid, però mi dà sui nervi, non tanto perché in generale non parla di musica italiana (bensì della musica che piace a lui), ma per il fatto che al posto suo ci doveva stare o Breakfast Jumpers o quantomeno Enver, che è un po' impostato però le cose le sa.

Oggi voglio fare finta che la parte italiana di MAP la faccio io, e grido al mondo il nome dei Camillas, che sono di Pordenone e l'anno scorso hanno fatto uscire un disco che mi sono persa, "Le politiche del prato". Secondo Enver fanno happycore ( <-- jeez man!)*, secondo me è semplicemente pop. Un po' schizofrenico, ma capace di perle come questa:



I Camillas - La canzone del pane


* tipica espressione statunitense di disgusto




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2 comments:

Anonymous said...

Mi vanto di avere avuto i Camillas come orchestina al mio matrimonio.

Anonymous said...

(orchestrina)

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