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B, E, U,V, Y #2 - aka "I stick needles in my music"



V - Vinile
Se la caratteristica del decennio è la crisi del mercato discografico, causata dal calo verticale delle vendite, il dato più sorprendente delle statistiche non è l'aumento deidownload legali (prevedibile, e comunque insufficiente a coprire le perdite) bensì il revival del formato vinile. Le vendite dei vinili sono infatti salite costantemente negli ultimi anni, fino ad arrivare a un incredibile +50% nel 2009, superando il milione di copie vendute solo negli Usa. Per il supporto di registrazione più vecchio del mondo è una grande rivincita.

Ma perché questo fenomeno? Per assurdo, forse è proprio il già citato lettore mp3ad averlo causato. Il vinile è l'esatto opposto dell'mp3. Dove l'uno è piccolissimo, portatile, facile da procurarsi, facilissimo da ascoltare, l'altro è ingombrante, delicato, difficile da ascoltare e assolutamente non portatile. La verità è che se l'mp3 ha scalzato il cd per la maggiore duttilità e portabilità, non è riuscito a colmare un vuoto importante nel cuore dell'ascoltatore: il vuoto del feticcio, del prodotto, del supporto fisico. L'mp3 non è che una sequenza di zeri e uno, ma il vinile è molto più che un pezzo di plastica: è un oggetto di design che si porta dietro l'intera storia della musica. Chi, vedendo il vinile del suo disco preferito, riesce ad astenersi dal prenderlo in mano, anche solo per rimirarne la copertina? Purtroppo per il cd, quel quadratino simbolico dietro la plastica trasparente non ha mai reso giustizia all'artwork, che è parte integrante del prodotto-album (per non parlare diinner sleeves, foto, testi, gatefoldpicture discs e chi più ne ha...).

Fermo restando che difficimente oggi un apassionato di musica non ha un lettore mp3, il vinile è il complemento perfetto a esso, è l'oggetto ideale per compensare sia un'esigenza di qualità del suono, ma soprattutto un vuoto affettivo. Oltre a questi elementi, ce n'è un terzo, che per orgoglio i vinilmaniaci tendono a nascondere: non solo il vinile è figo, ma è anche raro, è anche esclusivo. Per suonarlo devi comprare l'apposita attrezzatura, è più costoso del cd, occupa spazio e tempo, insomma, non è da tutti sentire il vinile. Averlo, quindi, permette di sentirsi un po' speciali, un po' più fighi degli altri, un po' più appassionati di musica degli altri. Il vinile più venduto del decennio è "In Rainbows" dei Radiohead, e adesso non c'è gruppo che non faccia uscire il nuovo album anche in 33 giri. Il feticismo del disco nero, se a qualcuno può apparire snobismo, rappresenta anche il valore che alcune persone danno alla musica che ascoltano. Non valore monetario, bensì quality time. Nel mondo del file-sharing, degli mp3-blog, dell'iPod, dell'hard disk pieno di mp3 che non abbiamo mai ascoltato, della bulimia musicale, del singolo fast-food, il vinile resta saldamente ancorato ai suoi giri concentrici.

Quando lo ascolti, lo devi vegliare come un bambino. Ti costringe a concentrarti sulla musica, a cambiare lato dopo venti minuti. Il rito dello spinning, il fruscio della puntina sul piatto non è una mera attitudine, è ancora un gesto profondamente simbolico, a ricordare come la musica possa essere sì duttile, portatile e di sottofondo, ma anche così potente da riempire da sola una stanza e una mente intera.



link originale


Giusto in tempo per l'uscita di questo:





To Have & To Hold - Taster Tape from Jony Lyle on Vimeo.



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